Arte, cultura, teatro: questi i pilastri su cui il neonato MAT, Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo (FG), ha fondato sé stesso.
In occasione della rassegna “InChiostro al Museo”, in associazione al progetto “Ad Andrea & C. Fatti e personaggi dal mondo del fumetto”, dedicato al ventennale della morte del fumettista Pazienza, il teatro è stato protagonista all’interno del contenitore culturale della cittadina dauna.
La compagnia teatrale “Foyer ’97” è impegnata, da anni, nell’allestire spettacoli teatrali in cui “…gli oggetti assumono un valore simbolico e la messinscena parla il linguaggio della metafora…”.
Francesco Gravino, voce recitante, e Edgardo Caputo, pianoforte, hanno dato un ottima prova di sé portando in scena nell’Auditorium del MAT il monologo teatrale “Novecento”, di Alessandro Baricco. Un atto unico, che lo stesso autore ha definito come “una via di mezzo tra una vera messa in scena e un racconto da leggere ad alta voce".
In una sala gremita di pubblico, un uomo fa il suo ingresso con una valigia di cartone e una tromba che pendola verso il basso, quasi a sfiorare il terreno. Una scenografia semplice accompagna la rappresentazione, con pochi oggetti allestiti sulla pedana, che ricordano l’ambiente di una nave del secolo scorso.
La storia del pianista Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, che visse tutta la sua vita a bordo del transatlantico “Virginian”, senza mai scendere a terra, colpisce la platea per l’intensità della narrazione.
Nave, mare e musica sono gli elementi del monologo. Un uomo dedica la sua vita ad intrattenere i passeggeri con la melodia del suo strumento, il pianoforte. Vive le storie della gente e attraverso loro prova passione e desiderio. Il tragico epilogo è una poesia d’amore: dona la sua vita per quella nave che è stata la sua unica casa e al mare, sua unica madre.
Un’interpretazione riuscita quella di Gravino e Caputo. Da programma, il monologo doveva essere messo in scena nel chiostro del MAT, in una location suggestiva; a causa del maltempo, la compagnia Foyer ’97 ha dovuto riadattare in poco tempo e in spazio angusto l’intera rappresentazione, dovendo sacrificare la scenografia.
La rassegna è stata una bella iniziativa che ha proiettato il museo del MAT a divenire contenitore culturale e luogo d’incontro delle arti e degli artisti locali e nazionali.
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